Parto dal basso. Cosa c’entra la repressione in Siria con il fatto che i media non danno spazio ai civili di Sirte? Le guerre umanitarie: sto forse difendendo “le guerre umanitarie”? Si vada a legger quello che scrivo da anni e veda se ho mai difeso simili azioni. Lei vede le cose così chiare: da una parte un dittatore, dall’altra dei “ribelli supportati dall’occidente” che “creano casini”. Non sono d’accordo nel vedere i civili siriani e i disertori come coloro che creano casini, che creano caos e problemi. Si vada a rileggere la semplice cronologia degli eventi siriani. E il graduale cambio di slogan conseguente ai ripetuti bagni di sangue, a partire dal 18 marzo a Daraa. Sono civili, esseri umani come me e Lei, che dopo mesi di uccisioni indiscriminate, in alcune zone della Siria hanno preso le armi unendosi ai disertori, tra l’altro poco armati. Al posto loro cosa farebbe? Lascerebbe uccidere la sua famiglia perché se risponde al fuoco è un servo degli interessi americani e questo non piace a molti? Non guardo Rt TV. E Fisk lo conosco bene qui a Beirut. Lo leggo ma non sempre sono d’accordo. Come sulla sua ricostruzione dei fatti di Hama del 1982, contenuta tra l’altro nella traduzione italiana del suo Pity the Nation che ho avuto occasione di curare e introdurre. Non sono d’accordo sulle sue ricostruzioni, basate su un viaggio in Siria che ha fatto come giornalista accreditato, ovvero ingabbiato nel protocollo ufficiale. E basate su una scarsa conoscenza della principale lingua delle fonti: l’arabo. Ammetto di esser parziale, come chiunque comunque. Nessun giornalista è imparziale. Sono parziale: amo i siriani e sono con loro. Ma Lei getta un’accusa pesante, che io sia parziale per dolo (l’ignoranza ci può stare, non sono Dio). Cosa intende? Gradirei che Lei chiarisse a me e ai lettori cosa intende nell’ipotizzare che io sia parziale per dolo.
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